martedì 3 giugno 2008

Mourinho...la prima

Queste le prime dichiarazione di Mourinho alla sua presentazione:
Quando si presentò al Chelsea disse di essere speciale, lo "special one". Come vorrebbe essere chiamato ora?
"Mourinho. Sono arrivato in un club speciale. Non ho mai dimenticato che credo di essere un grande allenatore. Ma voglio essere semplicemente Jose Mourinho, lo stesso di sempre, con le stesse motivazioni. Volevo lavorare in Italia, in una grande società. L'Inter mi ha dato l'opportunità di lavorare qui, è una sfida molto importante, e voglio ringraziare Moratti e Branca che mi hanno dato questa opportunità. Mi hanno chiamato il giorno dopo l'eliminazione dell'Inter dalla Champions col Liverpool".
Cosa le ha chiesto Moratti?
"Di lavorare in sinergia con tutto l'ambiente, i giocatori, la società. Di iniziare un ciclo nuovo, dopo quello chiuso con un grande allenatore come Mancini. Rispetto il lavoro da lui svolto, io sono un allenatore diverso. Dopo poche settimane credo che potrò avere un vero e onesto rapporto con i miei giocatori. Io sono sicuro di lavorare molto bene, mi aspetto di ottenere risultati. Mi piace molto essere qui, in Italia e in una grande società come l'Inter. Sono l'allenatore di un club speciale".
Che acquisti chiederà?
"A leggere i giornali sembra che allenerò 60 giocatori. Io in realtà ne voglio 21 più tre portieri. Non ho bisogno di cambi drammatici nella squadra, tutti qui pensiamo di aver bisogno di due o tre giocatori per essere più competitivi. Io voglio avere la possibilità di cambiare un po' la filosofia calcistica. Ogni allenatore pensa in maniera un po' differente dagli altri. Non è vero che voglio comprare tutti i fuoriclasse d'Europa. Voglio tranquillizzare i miei giocatori, li chiamo così. La mentalità della squadra mi piace tantissimo, ho grande fiducia in questo gruppo. Difficile per me aspettare fino al 15 luglio, perché ho tanta voglia di lavorare con loro".
Cosa pensa della Serie A?
"Che arrivo qui in un momento molto importante. Il Milan vuole fare grandi cose, la Juve vuole fare grandi cose, l'Inter vuole fare grandi cose. La Serie A in questo momento non è il campionato più bello del mondo. Può tornare ad esserlo".
Cosa pensa della Champions League?
"E' il sogno di tutti. Almeno 11 squadre la vogliono vincere il prossimo anno, fra le quali 3 italiane, 4 inglesi, 1 tedesca e 3 spagnole. La terza spagnola è l'Atletico Madrid. La chiamo la competizione dei dettagli, perché sono quelli che fanno la differenza. Io quando l'ho vinta ho battuto il Manchester con un gol al minuto 90. Col Chelsea ho perso due volte, la prima con un gol che nessuno ha visto, la seconda con un rigore. Ho la tendenza a far bene in questo tipo di competizione, ho portato a casa una vittoria in Champions, due semifinali, una Coppa Uefa".
Cosa pensa di Adriano e degli altri giocatori che cercano la conferma?
"Adriano...penso che come minimo questo è il segnale che i miei occhi sono aperti, voglio andare in Brasile per vedere la partita con l'Argentina, per parlare con i miei argentini e i miei brasiliani, e se Adriano gioca...bene per me. Potrò valutare il suo stato di forma. Dunga può essere felice di questo, perché potrebbe essere una motivazione in più per Adriano. Ma questo deve valere per tutti i giocatori dell'Inter. Crespo in questo può essere mio 'amico', passare un messaggio positivo in questo senso, perché mi conosce. Chi è con me, chi lavora, gioca. Io sono un allenatore onesto con i miei giocatori. E' facile lavorare con me per chi si impegna, difficile per chi è pigro".
Come cambierà tatticamente la squadra?
"Mi piace un modulo in particolare ma mi piace anche adattarmi alle esigenze. Sono un allenatore di campo. Ho 45 anni, ma non voglio fare il dirigente in futuro, quando ne avrò 60, voglio continuare finché possibile a lavorare con i giocatori".
Qual è la vera sfida?
"Competere veramente su tutti i fronti, che sono 4: campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa. Io e il mio staff sappiamo quello che facciamo, nel Porto abbiamo vinto tutto. Col Chelsea 3 su 4. Ho la metodologia ideale per questo, per avere cioè una squadra che può mantenere un livello alto in tutta la stagione. Di solito le mie squadre sono forti dal punto di vista mentale, fondamentale per arrivare in fondo ad ogni obiettivo.

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