lunedì 30 giugno 2008

Albo d'oro

1960 URSS
1964 Spagna
1968 Italia
1972 Germania Ovest
1976 Cecoslovacchia
1980 Germania Ovest
1984 Francia
1988 Ovest Olanda
1992 Danimarca
1996 Germania
2000 Francia
2004 Grecia
2008 Spagna

La Spagna è campione d'Europa

Adesso abbiamo un rammarico in meno, siamo stati eliminati dalla squadra che è diventata campione d'Europa, la Spagna, grandi campioni, un grande gioco, ha sempre deluso le aspettative , ma questa volta no...è stata la squadra più costante del torneo ed ha meritato di vincerlo per la sua seconda volta nella storia, battendo la Germania.Quarantaquattro anni dopo il successo al Santiago Bernabeu contro l'Urss, la Spagna torna sul tetto d'Europa. Luis Suarez l'eroe di allora, Fernando Torres quello di oggi. E' bastato un gol del Ninho a stendere i tedesci alla mezz'ora del primo tempo. Aragones:"Abbiamo lavorato bene e abbiamo vinto. Sono molto contento per i giocatori, per me, per tutta la Spagna, per tutti". Lascerà da vincente, il Fenerbahce lo aspetta: "Quante possibilità ci sono che io rimanga? Nessuna". "Questo trionfo e' dei giocatori- dice Aragones- perché' hanno avuto tutti fede. Per questo hanno fatto il torneo che hanno fatto. Abbiamo una squadra straordinaria. Su questo non ci sono dubbi. Quando giochiamo, non ci sono squadre che possano resistere". La grandissima festa che Madrid ha preparato alla "Roja" potrebbe forse sciogliere il cuore duro del vecchio saggio, convincerlo a guidare la sua orchestra fino al mondiale sudafricano: "Accompagnerò semplicemente i ragazzi ai festeggiamenti. Ma non ci sono possibilità che cambi idea". Torres: E' stato un gol importante nella mia carriera ma non sarà l'ultimo ora sono pronto per il Mondiale. - ha dichiarato l'uomo partita - Siamo ambiziosi, siamo campioni d'Europa e ora puntiamo al Mondiale. Per la Spagna questo è un momento storico dopo aver disputato un grande torneo".Xavi Hernandez, centrocampista della Spagna, è stato eletto miglior giocatore di Euro 2008 dalla commissione tecnica della Uefa. Il 28enne centrocampista del Barcellona ha giocato 5 partite nel torneo continentale vinto dalla selezione iberica. Xavi ha realizzato un gol nella semifinale che la Spagna si è aggiudicata 3-0 contro la Russia e ha servito a Torres l'assist per il gol decisivo della finale contro la Germania.

martedì 24 giugno 2008

Chivu finalmente operato

È perfettamente riuscito l'intervento chirurgico al quale oggi, nel pomeriggio, è stato sottoposto Cristian Chivu presso la clinica ortopedica della Fondazione Irccs Policlinico 'San Matteo' di Pavia.
L'intervento, effettuato dal direttore della clinica ortopedica, professor Francesco Benazzo, con l'assistenza di tutto il suo staff e del professor Franco Combi, responsabile dell'area medica di F.C. Internazionale, è durato circa 2 ore. Tecnicamente, il difensore nerazzurro è stato sottoposto a intervento di plastica ricostruttiva della spalla sinistra per risolvere le lussazioni recidivanti delle quali ha sofferto durante il corso della stagione.E' stato proprio José Mourinho a chiedere al 28enne difensore di Resita di andare subito sotto i ferri.

Addio Europeo

E' terminata l'avventura degli azzurri agli Europei...una sconfitta ai rigori contro una Spagna nettamente superiore che avrebbe meritato di vincere nei 90 minuti. Brutta Italia senza idea, che ha rischiato di beffare gli spagnoli in diverse occasioni, ma c'era sempre un certo Iker Casillas a salvarli. Rigore decisivo di Fabregas, ma gli errori di De Rossi e Di Natale hanno fatto il resto.Un Toni inesistente, rimasto con la testa in Germania con i suo 38 gol...un centrocampo che senza Pirlo fa fatica...alla fine ha vinto il più forte.Adesso si torna a casa, con l'ombra di Marcello Lippi su Donadoni che ha dichiarato:"Non ho mai pensato alle dimissioni, non può essere una partita vinta o persa ai rigori a stravolgere tutto"..."Se ragionassi così sarei uno stupido - ha detto il ct azzurro -. Quello che ho fatto l'ho fatto con grande serenità e impegno, l'ipotesi delle dimissioni non mi è passata neanche per l'anticamera del cervello perché non ci si può pensare dopo un ko con i rigori. Se avessimo vinto oggi saremmo stati tutti bravi e forti. Io sono tranquillo, vedremo nei prossimi giorni, ci incontreremo, si parlerà e si valuterà la cosa serenamente, ma questa situazione non mi preoccupa".

mercoledì 18 giugno 2008

Grande Italia..grande Olanda...adesso la Spagna

Una notte fantastica, serviva un miracolo e cosi è stato, niente biscotto e una grande Italia. I francesi tornano a casa chiudendo a un punto, uscendo battuti nella sfida con gli azzurri. Dall'altra parte gli orange battevano con le "riserve" la Romania di Mutu senza problemi con un netto 2 a 0 con le reti di Huntelaar e Van Persie chiudendo a punteggio pieno la prima fase. Rivincita di Donadoni dopo tutte le critiche subite e dopo le tante voci di un esonero al termine di questi Europei. Partita cominciata benissimo, nella Francia esce Ribery al 10', mentre al 25' Toni viene atterrato da Abidal che viene espulso; Italia in vantaggio con Pirlo su calcio di rigore. Primo tempo decisamente tutto azzurro, tantissime le occasioni create, palo su calcio di punizione di Grosso che avrebbe potuto chiudere la partita già nel primo tempo. Ma il gol arriva nella ripresa al 53' con De Rossi su calcio di punizione, che viene deviato nettamente da Henry. Adesso ai quarti ci aspetta la Spagna, una delle squadre più in forma in questo periodo, già affrontata in amichevole in primavera. Peserà molto l'assenza di Pirlo squalificato, come quella di Gattuso; centrocampo che vestirà i colori giallorrosi con De Rossi, Aquilani e Perrotta. Donadoni: "Questo è il nostro spirito, l'entusiasmo che ci ha fatto andare avanti anche quando con un punto tutto sembrava perduto. Per questo motivo mi piace ricordare quelli che non hanno giocato, siamo un gruppo unito". In campo però anche qualche errore: "Dopo l'espulsione di Abidal ci siamo innervositi e abbiamo avuto due chance che non abbiamo trasformate per demerito nostro". Ma la sfortuna, che aveva perseguitato gli azzurri nelle due precedenti partite, non c'entra: "La deviazione di Henry sulla punizione di De Rossi è frutto di un pizzico di fortuna".Gli azzurri sono attesi nei quarti di finale dalla Spagna grazie alla vittoria sulla Francia e al successo dell'Olanda sulla Romania: "Non avevo dubbi, conosco Van Basten e il suo spessore, poi la partita poteva finire anche in un altro modo... Quando mi si diceva di chiamarlo, mi sembrava inutile, poco corretto nei suoi confronti''. Ora nel futuro di Donadoni c'è solo la Spagna: "Non parlavo prima della mia panchina e non lo faccio neanche adesso" ha concluso il ct dell'Italia.

sabato 14 giugno 2008

Ancora un passo falso..siamo quasi fuori

Resta solo una partita, la più attesa del girone, Italia Francia....una sfida infinita che questa volta potrebbe diventare una partita inutile nella caso la Romania vincesse contro gli Olandesi ormai qualificati. Gli Orange che in serata distruggono anche i vice campioni del mondo per 4 a 1 creano un distacco tra le altre tre del girone: Romania seconda con due punti, dopo Italia e Francia con un punto. Ottima prestazione quella degli azzurri ieri pomeriggio che avrebbero potuto dilagare, ma cosi non è stato. Bravo Mutu a sfruttare un errore di Zambrotta che non si accorge dell'attaccante della Fiorentina, stupenda la risposta dell'Italia con il gol un minuto dopo di Panucci su assist di Chiellini. Un gol annullato a Toni nel primo tempo regolare e un rigore regalato nel finale ai rumeni, parato dal mitico Buffon che tiene ancora aperto il discorso qualificazione. De Rossi: "Non c'è omogeneità, e dopo cinque giorni ancora non sappiamo se il gol che ci ha segnato Van Nistelrooy era valido o meno. Il nostro gol, poi, era regolare - ha aggiunto il romanista - avremmo meritato di vincere, abbiamo messo 10 volte la palla davanti alla porta". Buffon: "Quando con una decisione dubbia si rischia di mandare a casa una squadra, un paese, ci si deve mettere la mano sulla coscienza e usare un po' di buon senso". Quanto alla sua prodezza sul rigore di Mutu, Buffon ha risposto semplicemente "una parata è una parata". Poi, avviandosi al pullman ha aggiunto ridendo: "Sono stato fortunato".

lunedì 9 giugno 2008

Azzurri che delusione

E' stata una vera e proprio delusione la partita di esordio della nazionale; una squadre con poche idee, messe in campo sicuramente male, con Pirlo che era l'unico che giocava li al centro, e con un attacco che non esisteva. Per fortuna non è tutto finito grazie al pareggio del pomeriggio tra Romania e Francia. Italia scesa in campo senza De Rossi, Perrotta e Grosso; non avevano mai perso nella partita inaugurale della competizione continentale e che contro l'Olanda non perdevano da 30 anni. Risultato finale 3 a 0 per gli orange. Il primo gol degli olandesi è di Van Nistelrooy in fuorigioco, che sfrutta un tiro errato di Sneijder; raddoppio su contropiede dopo una ghiottissima occasione per la squadra di Donadoni, assist di Kuyt e rete di Sneijder. Il primo tempo termina cosi. Nella ripresa l'Italia prova nella rimonta, ed entrano in campo Grosso, Cassano e Del Piero; e si nota immediatamente la differenza, ma c'è poco da fare; dopo una punizione di Pirlo e la parata di Van Der Sar, parte ancora una volta il contropiede olandese, questa volta Buffono para la prima conclusione ma alla seconda non può niente anche per una deviazione di Zambrotta; rete di Van Bronckhorst su assist di Kuyt. Adesso per gli azzurri sarà dura qualificarsi, ritrovandosi in un girone di ferro. Donadoni:"Non voglio dire che è stata l'Italia peggiore della mia gestione, non è giusto. Abbiamo subito due gol comettetendo degli errori, ma l'Olanda non ci ha sovrastato. Siamo partiti bene, poi forse abbiamo subito l'approccio alla prima gara. I gol ci hanno condizionato.Ci abbiamo provato, abbiamo avuto delle buone occasioni, ma non era serata e abbiamo concesso altre occasioni. E' chiaro che non siamo partiti bene, perdere 3-0 non è certo positivo, però dobbiamo guardare avanti, abbiamo due gare e cercheremo di fare tutto il possibile. I primi a essere feriti siamo noi".

martedì 3 giugno 2008

Mourinho...la prima

Queste le prime dichiarazione di Mourinho alla sua presentazione:
Quando si presentò al Chelsea disse di essere speciale, lo "special one". Come vorrebbe essere chiamato ora?
"Mourinho. Sono arrivato in un club speciale. Non ho mai dimenticato che credo di essere un grande allenatore. Ma voglio essere semplicemente Jose Mourinho, lo stesso di sempre, con le stesse motivazioni. Volevo lavorare in Italia, in una grande società. L'Inter mi ha dato l'opportunità di lavorare qui, è una sfida molto importante, e voglio ringraziare Moratti e Branca che mi hanno dato questa opportunità. Mi hanno chiamato il giorno dopo l'eliminazione dell'Inter dalla Champions col Liverpool".
Cosa le ha chiesto Moratti?
"Di lavorare in sinergia con tutto l'ambiente, i giocatori, la società. Di iniziare un ciclo nuovo, dopo quello chiuso con un grande allenatore come Mancini. Rispetto il lavoro da lui svolto, io sono un allenatore diverso. Dopo poche settimane credo che potrò avere un vero e onesto rapporto con i miei giocatori. Io sono sicuro di lavorare molto bene, mi aspetto di ottenere risultati. Mi piace molto essere qui, in Italia e in una grande società come l'Inter. Sono l'allenatore di un club speciale".
Che acquisti chiederà?
"A leggere i giornali sembra che allenerò 60 giocatori. Io in realtà ne voglio 21 più tre portieri. Non ho bisogno di cambi drammatici nella squadra, tutti qui pensiamo di aver bisogno di due o tre giocatori per essere più competitivi. Io voglio avere la possibilità di cambiare un po' la filosofia calcistica. Ogni allenatore pensa in maniera un po' differente dagli altri. Non è vero che voglio comprare tutti i fuoriclasse d'Europa. Voglio tranquillizzare i miei giocatori, li chiamo così. La mentalità della squadra mi piace tantissimo, ho grande fiducia in questo gruppo. Difficile per me aspettare fino al 15 luglio, perché ho tanta voglia di lavorare con loro".
Cosa pensa della Serie A?
"Che arrivo qui in un momento molto importante. Il Milan vuole fare grandi cose, la Juve vuole fare grandi cose, l'Inter vuole fare grandi cose. La Serie A in questo momento non è il campionato più bello del mondo. Può tornare ad esserlo".
Cosa pensa della Champions League?
"E' il sogno di tutti. Almeno 11 squadre la vogliono vincere il prossimo anno, fra le quali 3 italiane, 4 inglesi, 1 tedesca e 3 spagnole. La terza spagnola è l'Atletico Madrid. La chiamo la competizione dei dettagli, perché sono quelli che fanno la differenza. Io quando l'ho vinta ho battuto il Manchester con un gol al minuto 90. Col Chelsea ho perso due volte, la prima con un gol che nessuno ha visto, la seconda con un rigore. Ho la tendenza a far bene in questo tipo di competizione, ho portato a casa una vittoria in Champions, due semifinali, una Coppa Uefa".
Cosa pensa di Adriano e degli altri giocatori che cercano la conferma?
"Adriano...penso che come minimo questo è il segnale che i miei occhi sono aperti, voglio andare in Brasile per vedere la partita con l'Argentina, per parlare con i miei argentini e i miei brasiliani, e se Adriano gioca...bene per me. Potrò valutare il suo stato di forma. Dunga può essere felice di questo, perché potrebbe essere una motivazione in più per Adriano. Ma questo deve valere per tutti i giocatori dell'Inter. Crespo in questo può essere mio 'amico', passare un messaggio positivo in questo senso, perché mi conosce. Chi è con me, chi lavora, gioca. Io sono un allenatore onesto con i miei giocatori. E' facile lavorare con me per chi si impegna, difficile per chi è pigro".
Come cambierà tatticamente la squadra?
"Mi piace un modulo in particolare ma mi piace anche adattarmi alle esigenze. Sono un allenatore di campo. Ho 45 anni, ma non voglio fare il dirigente in futuro, quando ne avrò 60, voglio continuare finché possibile a lavorare con i giocatori".
Qual è la vera sfida?
"Competere veramente su tutti i fronti, che sono 4: campionato, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa. Io e il mio staff sappiamo quello che facciamo, nel Porto abbiamo vinto tutto. Col Chelsea 3 su 4. Ho la metodologia ideale per questo, per avere cioè una squadra che può mantenere un livello alto in tutta la stagione. Di solito le mie squadre sono forti dal punto di vista mentale, fondamentale per arrivare in fondo ad ogni obiettivo.

lunedì 2 giugno 2008

Benvenuto Mourinho!

Il tecnico portoghese ha firmato un contratto triennale e lavorerà, al nuovo progetto nerazzurro dei Campioni d'Italia, con i collaboratori Rui Farias, Silvino e Andrei Villas Boas. Il vice allenatore sarà Giuseppe Baresi, una carriera all'Inter, attualmente dirigente del Settore Giovanile.
Ringraziando Roberto Mancini e il suo staff per i successi ottenuti in quattro stagioni alla guida tecnica della squadra, tutta F.C. Internazionale ha il grande piacere di dare il benvenuto e il 'buon lavoro' a Josè Mourinho e ai suoi collaboratori. Josè Mourinho - per esteso Josè Mario Dos Santos Mourinho Felix - nasce il 26 gennaio 1963 a Setubal, in Portogallo. Da quando venne chiamato al Barcellona da Bobby Robson, per un ruolo di secondo piano, ad oggi è riuscito a farsi riconoscere come uno dei migliori, se non il migliore allenatore al mondo. Merito di una carriera iniziata dal basso e finita più volte sul podio più alto dei tornei nazionali e europei. Il lato quasi inedito di Mourinho, un uomo spavaldo, forte, che è diventato leggenda proprio per il suo carattere, oltre che per i meriti sportivi, sta proprio in quel suo inizio graduale, in quel voler costruire sempre un cammino vittorioso e vincente, passando a traguardi di volta in volta più impegnativi solo quando era certo di poterlo fare. La sua carriera è un libro ricco e affascinante: dalle giovanili del Barcellona al Benfica. E poi al Leiria, la più recente delle squadre portoghesi.
Il 2002 è l'anno del primo grande salto. È pronto per il Porto e, subito, vince campionato, coppa nazionale e Coppa Uefa. Nel secondo anno, concretizza il sogno di tutti gli allenatori, vince sia il campionato che la Champions League e, tanto per non perdere l'attitudine, mette in bacheca anche due edizioni di Supercoppa. È il 2004, ed è pronto al salto successivo. In Inghilterra. Il Chelsea ha un nuovo patron, Roman Abramovic, che vuole solo il meglio e intuisce il valore assoluto del portoghese. Sarà ricambiato con due campionati, nel 2004/2005 e nel 2005/2006, e una F.A. Cup nel 2006/2007. Anche qui aggiunge, in una terra che delle coppe nazionali fa degli appuntamenti storicamente rilevanti, due edizioni della Carling Cup e una della Charity Community Shield.
I giocatori che mette in campo dicono che Mourinho è probabilmente il migliore nel preparare la partita, in tutti i sensi. Non è difficile credere a questa tesi che arriva direttamente dal campo, dagli interpreti principali, e da un dato, non semplicemente statistico: 12 trofei negli ultimi 5 anni. All'Inter è iniziata l'era di Josè Mourinho.