Mancini: durante questa stagione, leggendo quello che hanno scritto i giornali, siamo passati dall'Inter che ha vinto per merito di 'Ibra' o di qualche altro giocatore ad una squadra operaia che ha fatto bene per merito del gruppo. Non è che l'Inter è tutte queste cose messe insieme? "Sull'Inter si dicono tante cose e, nella maggior parte dei casi, si è prevenuti nei nostri confronti. Questa è l'unica certezza. Sul fatto che si possa giocare più o meno bene, a chi guarda una partita può piacere più una squadra piuttosto che un'altra. A uno spettatore esterno credo possa tranquillamente piacere maggiormente come gioca la Juventus, oppure la Roma o il Napoli. Alla fine, chi vince, probabilmente ha fatto molto bene. Poi può aver fatto bene anche chi arriva secondo, ma questo è un altro grande merito in più per chi è arrivato davanti. È una grande cosa riuscire a battere una grande squadra che è arrivata seconda e non ha mai mollato. E come quando si giudica un calciatore: a uno può piacere più Del Piero, a uno Inzaghi, a uno Ibrahimovic".
Accetta il ruolo di favorito per questo derby? "Siamo favoriti perché siamo in testa alla classifica e vinciamo da tre derby consecutivi. Poi questa è una partita che sfugge a ogni pronostico, è difficile dire chi può essere favorito perché si affrontano due grandi squadre".Le è piaciuto il Milan di quest'anno? Come l'ha visto da avversario? "Credo che il Milan sia una squadra fatta da grandissimi giocatori e, allo stesso tempo, penso che una squadra non possa essere imbattibile o invincibile e quindi giocare sempre bene e vincere tutti gli anni. Questo è impossibile, anche per una squadra forte come il Milan: può capitare un anno nel quale va tutto storto e non si riesce a giocare come si vuole nonostante si abbiamo grandi campioni in rosa. Il Barcellona è un'altro esempio di questa cosa che ho appena detto: a mio parere loro sono la squadra più forte d'Europa e del mondo, eppure è due anni che non vince quasi nulla. Per vincere sempre ci vuole anche un pizzico di fortuna e questo non può capitare tutti gli anni, ci sono le stagioni nelle quali le cose non vanno come si vuole e anche i grandi giocatori non riescono ad esprimersi. Ma questo mi sembra anche abbastanza normale perché sono tutti uomini e può capitare anche questo".
Che differenza c'è tra un Milan con Inzaghi e un Milan con Pato? "Pato è un grandissimo giocatore ed è giovane, un po' come Mario. Inzaghi, in questo momento, mi sembra in grande forma non avendo giocato molto per i vari problemi. Lo dimostrano i gol che ha segnato nelle ultime gare. Quindi dovremo fare molta attenzione sia se dovesse giocare Inzaghi sia dovesse farlo Pato. Sono due giocatori diversi, ma di qualità".
Come mai la posizione di Ancelotti, che al momento ha vinto solo il mondiale per club, in vista del prossimo anno non viene messa in discussione come quella di Mancini primo in classifica? "Ma non credo che la mia si discuta. Questo è venuto fuori da quello che avevo detto dopo la gara contro il Liverpool, poi le cose sono tornate a posto. Poi chi vuol scrivere, è libero di farlo".
Che consigli ha dato a Balotelli per il suo primo derby? Anche per aiutarlo a non cadere nelle provocazioni?" È normale che prima o poi prenderà un'ammonizione visto che, da quando è in diffida, ha già giocato tre partite. Quello che è successo nelle ultime settimane gli servirà per il futuro, per capire quale dev'essere il comportamento. Ma questo fa parte anche del carattere dei giocatori, quando diventerà più grande capirà anche che in certi casi dovrà fare un po' più di attenzione".Non crede che le dichiarazioni di Ancelotti di settimana scorsa, che aveva detto che avrebbe voluto vincere il derby anche per far perdere lo scudetto all'Inter, siano state trattate in maniera molto differente da quelle di ieri di Marco Materazzi, che ha detto che gli farebbe piacere vincere per far rimanere il Milan fuori dalla Champions League? "È così. E non è una cosa solo nei confronti del Milan. Io sono democratico: ognuno può pensare e dire quello che vuole e non si offende nessuno, anche se a volte uno dice una cosa e e poi se ne trova un'altra sul giornale o in tv. Ma se lo fa uno dell'Inter, e questo vale se c'è in ballo una squadra piuttosto che un'altra, si fanno dei titoli grandi così e si avanti giorni a parlarne. Se lo fa uno altrove, le cose passano sotto tono. Per questo dico che la maggior parte degli osservatori sono prevenuti nei confronti dell'Inter".
Che reazione le provoca pensare che, vincendo il derby, entrerebbe ancora maggiormente nella storia dell'Inter a livello di numeri superando persino Helenio Herrera? "Addirittura Herrera? Non esageriamo, lui è un mito. Non ho presente questa cosa e non credo sia molto importante. Per noi conta solo vincere per conquistare lo scudetto, conta solo quello e il resto non è molto importante".
Che effetto le fa affrontare un calciatore, cioè Kakà, inserito nella classifica dei cento uomini più influenti al mondo? "Non ho visto questa classifica. Bisogna vedere la motivazione. Per l'immagine? È un bravo ragazzo, uno dei calciatori più forti al mondo e ha un'immagine sicuramente pulita. Credo sia perfetto per quello che è il suo ruolo. Sì, lui in questo periodo sta molto bene, bisognerà fare attenzione. In questa classifica non c'è neppure il Papa?Tra i primi cento poteva starci... ".
domenica 4 maggio 2008
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